Luca Loreti, classe e carisma per un giovane talento partito da Roma

Luca Loreti, giovane promessa del volley italiano libero della Kemas Lamipel Santa Croce, già campione europeo under 18, nell’ultima edizione del prestigioso torneo Wevza, – l’Italia Under 20 ha conquistato il secondo posto - ha ricevuto il premio MVP come migliore nel suo ruolo. 


Romano, cresciuto fra Tor Sapienza e la Fenice, Luca è uno dei talenti più vividi del vivaio capitolino, per lui si schiudono le porte per una luminosa carriera e magari, guardando lontano, una per convocazione nella nazionale. Contattato telefonicamente ha risposto brillantemente alle nostre domande, con lui mamma Sabrina, pallavolista anche lei, che ha sempre sostenuto e creduto nelle qualità del figlio.


 Luca come nasce la tua passione per la pallavolo? 
“ Io nasco in una famiglia nella quale si respira pallavolo da generazioni. Le mie sorelle hanno calcato i campi per diverso tempo, mia madre e mio padre hanno giocato ad alti livelli, mia zia è stata una pallavolista. Io ho praticamente imparato a camminare sui campi di volley. Questo sport ce l’ho nel sangue, è stato quasi un passaggio naturale per me iniziare, sono contento e sempre più convinto della mia scelta, spero che questo percorso sia lungo e duraturo". 


Quale è stato il tuo percorso sportivo fino ad oggi?
“ Ho mosso i primi passi nel volley a Tor Sapienza, dove sono partito dal minivolley fino ad arrivare all’under 14. Mi è stata data la possibilità di giocare anche con l’under 16 da sotto età. Concluso il mio percorso al Tor Sapienza, ho cambiato società passando alla Fenice dove ho giocato circa quattro anni, un periodo in cui ho imparato molto e che mi ha fatto crescere come giocatore. Poi la chiamata della Kemas Lamipel Santa Croce in A2. Sono qui da poco più di un anno, ma devo dire che mi sto trovando veramente bene, la società è strutturata perfettamente e i dirigenti sono sempre a disposizione dei giocatori per qualsiasi cosa “. 


Che emozioni provi giocando con la maglia azzurra? 
"Giocare in nazionale è sempre molto gratificante. Partecipare a tornei importanti come il Wevza regala grandi stimoli . Avendo alle spalle la bellissima esperienza dell’europeo under 18 vinto nell’estate del 2022, so gestire le emozioni e la pressione. Ritengo di essere un giocatore e una persona che si adatta velocemente a questo tipo di atmosfere riuscendo a rimanere freddo anche nelle competizioni più importanti, grazie a questa mia caratteristica provo sempre a dare una mano a qualche compagno che ne ha bisogno di sostegno per farlo rendere al 100% “. 


Miglior libero del Wevza Under 20, un traguardo significativo che può essere un trampolino di lancio. 
“ Durante l’arco della mia giovane carriera sono stato premiato altre volete come MVP ma questa è la prima volta che ricevo un riconoscimento del genere mentre gioco per la nazionale. Posso ammettere che è stata un’emozione particolarmente forte e mi ritengo veramente soddisfatto. Non me lo sarei mai aspettato, perché il libero francese era veramente molto bravo, devo però ammettere che una piccola parte di me ci ha sperato, sapendo di aver fatto un ottimo torneo “. 


Come concili la tua vita privata con quella sportiva ? 
“ Devo ammettere che gestire il tempo libero non è per niente semplice. Con la squadra ci alleniamo tutti i pomeriggi ed oltre a queste sessioni si aggiunge un allenamento mattutino tre volte a settimana. Ci ritroviamo ad avere come giorno libero il lunedì o comunque quello successivo al match di campionato. La mia routine giornaliera è sveglia alle 8:30 del mattino, allenamento dalle 9:30 fino alle 11:30, poi pranzo, riposo e ancora allenamento fino a sera, quindi è estremamente difficile riuscire a trovare del tempo da dedicare ad altri interessi. Ora sto frequentando un liceo scientifico sportivo online, quindi riesco a gestire lo studio più facilmente, ma devo ammettere che comunque non è semplice. Fortunatamente qui in Toscana mi trovo bene, la cittadina dove si trova la società è molto piccola, ma comunque con la macchina riusciamo a raggiungere località come Lucca, Livorno, Pisa o Firenze in meno di un’ora ed oltre ai compagni di squadra sono riuscito a crearmi qualche amicizia anche al di fuori del rettangolo di gioco, per non finire a parlare solo di pallavolo“.  


Progetti futuri?
“ Sinceramente sono focalizzato sulla pallavolo ed ovviamente punto ad arrivare in Superlega. Oltre a questo, voglio assolutamente diplomarmi e concludere l’anno scolastico nel migliore dei modi “.
Alla fine della chiacchierata è mamma Sabrina a prendere la parola.  Traspare tutta la sua soddisfazione per quello che Luca sta realizzando nella sua giovane carriera". 


Sabrina com’era Luca da bambino?
“ Luca da piccolo era un bimbo vivace. Lo portavo in palestra a vedere le sorelle che giocavano a pallavolo e correva dietro ogni pallone, sempre attento a tutto quello che lo circondava. Comunque, un bimbo educato che sapeva stare al suo posto “.


Ha visto in lui le sue potenzialità già da piccolo oppure è rimasta un po' sorpresa da quanto sta facendo?
“ E’ sempre stato coordinato e portato per lo sport. A casa giocava con ogni tipo di pallone, molti allenatori e preparatori mi dicevano che era un talento e che sarebbe diventato un fuoriclasse. È sempre stato un leader, ma sorridente ed umile, pronto ad aiutare i suoi compagni e questo lo dimostra il rapporto che ha con tutta la squadra. Lo abbiamo cresciuto con valori sani, ricordandogli di tenere sempre i piedi per terra. Vorrei raccontarvi un piccolo aneddoto; la mamma di una ragazza che giocava con mia figlia era una professoressa di educazione fisica ed un giorno si fece fare un autografo da Luca, perché era già sicura che sarebbe diventato qualcuno nello sport “.

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